Scelte conformiste influenzano tutti noi e sono in parte necessarie all’adattamento sociale ponendosi spesso come una condizione necessaria per il nostro bisogno di sentirsi parte di un gruppo. La frequenza e la modalità con cui scegliamo di “seguire la corrente” o di affermare la nostra individualità dipende non solo delle contingenze ma anche dalle nostre caratteristiche di personalità. Non per tutti seguire il conformismo significa necessariamente sacrificare la propria autenticità o libertà personale. Fra le caratteristiche che differenziano estroversione e introversione vi è proprio la tendenza o meno al conformismo. E’ nella natura dell’introverso concentrarsi sulle proprie sensazioni “interne” e dare quindi priorità a motivazioni individuali che lo portano a compiere scelte e assumere atteggiamenti spesso differenti da quelli “di massa”. Per l’introverso quindi il conformismo può significare omologazione o spersonalizzante; questo tuttavia non è necessariamente vero per l’estroverso che, prediligendo i dati e le sollecitazioni “esterne” a sé, trova nel riuscire ad accordarsi con le richieste del suo ambiente un modo di vivere in sintonia con sé stesso e con gli altri. Naturalmente non esistono tipi “puri” ma una predisposizione più accentuata in un senso o in un altro: talvolta il conformismo è una pressione sociale che sfocia in un compromesso insoddisfacente, in altri casi può rappresentare una fonte di armonia e di affiliazione con gli altri.
Quindi chiediamoci , in modo autentico, se il modo di comportarsi, e non di essere, derivi da una scelta “più facile” , nell’essere accettati o semplicemente si avvertono interiormente sensazioni consonanti alle richieste dell’altro.
La persona con uno stile relazionale PASSIVO utilizza questo modo, accondiscendente per: ridurre l’ansia, laddove il legittimo desiderio di esprimere il proprio desiderio o punto di vista si associ al timore di entrare in conflitto con il proprio interlocutore, o di perdere la sua stima, la sua attenzione o magari il suo affetto. Nella mente della persona con stile passivo compaiono pensieri come “ Se esprimo un pensiero o un opinione contraria, lui/lei potrebbe allontanarmi o odiarmi”; Ridurre il senso di colpa che in alcune situazioni relazionali si associa all’esprimere un idea o uno stato d’animo sicuramente o potenzialmente diversi rispetto all’interlocutore; Ottenere una specie di “premio sociale”, in quanto questo tipo di comportamento, inizialmente, viene letto dall’altro come segno di disponibilità al sacrificio, al mettere sempre se stessi dopo gli altri, al fare mille sforzi per mettere d’accordo gli altri e consentire loro di ottenere quello che vogliono.
Quindi, indubbiamente, a breve termine , questo tipo di comportamento, può avere benefici , ma a lungo termine?
Spesso si perde la propria autenticità, la propria spontaneità, sino perfino ad arrivare a non sapere più cosa ci piace o meno, quello che vogliamo o meno, cosa desideriamo o meno.
Mi permetto di focalizzare l’ attenzione su questi aspetti , in quanto spesso è importante il fatto che per gli altri sia un problema e , forse, questa è stata la molla che spesso fa scattare la curiosità di capire.
Prendiamo in considerazione cosa spinge a fare questo, quale vantaggio se ne trae e se questo rende felice e autentica la vita. Non fatevi sconfiggere dalla paura, la vostra felicità è molto più importante!!!!
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